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storia di un popolo

Le civiltà umane in una forma sociale più evoluta si svilupparono in modo indipendente in sei aree geografiche: Egitto, Mesopotamia, Cina, India, America centrale e Ande. Scavi a Caral (Perù) suggeriscono che la seconda più antica civiltà dopo i Sumeri fosse quella che si è sviluppata in Sud America, circa 4.600 anni fa.

 

Da dove arrivano gli Inca?

Le civiltà umane in una forma sociale più evoluta si svilupparono in modo indipendente in sei aree geografiche: Egitto, Mesopotamia, Cina, India, America centrale e Ande. Scavi a Caral (Perù) suggeriscono che la seconda più antica civiltà dopo i Sumeri fosse quella che si è sviluppata in Sud America, circa 4.600 anni fa.
La civiltà Inca emerse circa nell’anno 1.000 d.c. come sviluppo delle civiltà precedenti quali Chiripa, Chavin, Wari e Tiahuanaco, raggiungendo il suo apice nel 16° secolo. L’impero Inca si estendeva attraverso i territori di oggi del Perù, Bolivia, Ecuador e parti della Colombia, Cile e Argentina. Scavi e scoperte recenti in Brasile nella zona di Manaus hanno esteso ulteriormente i confini dell’impero Inca.
Prima della fondazione degli Stati Uniti d'America, è stato certamente il più grande impero delle Americhe, coprendo una superficie superiore a quella dell'Impero Romano e dell'impero di Alessandro Magno. Aveva una popolazione di circa 16 milioni di abitanti e ancora oggi conosciuta come l'unica società nella storia dell'umanità in cui non vi era né fame né povertà!
Coloro che vivevano nell'impero Inca godevano di uno stato generale definibile di benessere e di prosperità economica. Gli studi degli scienziati ci dicono essere stato possibile grazie ad una combinazione di pragmatismo e spiritualità, guidato da un principio generale che è ancora noto sulle Ande oggi come Ayni.
 

La Storia

Il nome originale dell'impero Inca era Tawantinsuyu ("Quattro Nazioni Unite"), ed era composto da Antisuyu, Qollasuyu, Chinchasuyu, e Kuntisuyu. La capitale era Qosqo, che significa "ombelico, considerato il centro del mondo incaico" oggi chiamata Cuzco o Cusco. Il Tawantinsuyu era governato da un Inca, un imperatore per diritto divino e dotato di grande forza personale. L’Inca era considerato dai suoi sudditi veicolo di energia cosmica, diffondendo ordine, prosperità e giustizia assicurati dal valore dell’Ayni che guidava il loro modo di vivere. L’Inca viveva in Cusco e la città aveva la forma del Puma.
Alla fine del 14 ° secolo, l’Inca era Wayna Qhapaq, figlio di Topa Inka e nipote del famoso Pachakuti Inka Yupanqi, l’illuminato - fondatore del "moderno" impero. Sotto il dominio di Wayna Qhapaq, l'impero era all'apice della sua espansione e potere.
Nel 1527, nominò suo figlio Ninan Kuyuchi e governarono l'impero insieme. Wayna Qhapaq era intenzionato a spostare la capitale (Cusco dopo le numerose conquiste, non era più "l’ombelico dell'impero Inca") da Qosqo a Quito in Ecuador. In quel periodo ci fu una epidemia di vaiolo proveniente da Panama da missionari europei, che si diffuse in tutto il Sud America, che raggiunse anche il Tawantinsuyu. A causa di questa Wayna Qhapaq e Ninan Kuyuchi morirono senza nominare un successore.
 

Guerra Civile

La successiva guerra civile tra i fratellastri Wuascar (figlio di Wayna Qhapaq e una donna di sangue nobile di Cusco) e Atahualpa (figlio di Wayna Qhapaq e di una principessa di Quito) è probabilmente da attribuire al fatto che le 12 famiglie reali ( chiamate Panakas) di Cusco non volessero perdere la propria posizione e influenza. Le famiglie elessero Wuascar partendo dal presupposto che non avrebbe perseguito i piani del padre di spostare la capitale a Quito.
Questo, tuttavia, suscitò la rabbia della nobiltà di Quito, che considerava Atahualpa come Inca Mallku, un potenziale concorrente al trono. Atahualpa voleva avviare negoziati con il fratello Wuascar e inviò un mediatore a Cuzco, che però fu ucciso. Questo affronto contro tutte le convenzioni diplomatiche causò la guerra civile. Dopo cinque lunghi anni, Atahualpa finalmente sconfisse il fratello e divenne il nuovo Sapa Inca, l'unico sovrano inca, nel 1532.
 

La Conquista spagnola

Nello stesso anno, il conquistatore spagnolo Francisco Pizarro attraccò sulla costa del Perù con due navi che trasportavano circa 150 soldati, tre canoni, cavalli e armi. L'impero Inca era indebolito a causa della guerra civile, e dalle epidemie di vaiolo e morbillo. Atahualpa aveva appreso che gli stranieri erano in cerca di oro ancora prima dell’incontro con Pizarro e i suoi uomini che avvenne a Cajamarca nel 1532. Atahualpa si presentò in tutto il suo splendore, circondato da molte migliaia di guerrieri, ignaro della minaccia rappresentata dalla Spagnoli. Sottovalutò la loro avidità per l'oro e l'argento, che per gli Inca non avevano alcun valore materiale, ma solo un valore simbolico e sentimentale. Descrivevano infatti l'oro come "sudore del sole" e l'argento come "sudore della luna" e utilizzavano questi metalli per rendere omaggio a Padre Sole e Madre Luna.

Pizarro e i suoi seguaci catturarono Atahualpa in un attacco a sorpresa e massacrarono circa 4.000 indigeni. A quel tempo, la Spagna era la nazione leader militarmente con la più avanzata tecnologia bellica, i guerrieri Inca, con le loro armature in cuoio e le armi di legno, non potevano competere con i cavalli, moschetti, armature e armi di acciaio.

Atahualpa promise a Pizarro che avrebbe riempito la stanza in cui era tenuto prigioniero fino al soffitto con oro e argento in cambio della sua liberazione. Ricevuto il riscatto in oro e argento raccolto da tutte le parti dell'impero, Pizarro informò Atahualpa del suo piano per nominare Inca, Wuascar. In risposta, Atahualpa pensando di essere stato tradito dal fratello lo fece uccidere. Atahualpa non fu rilasciato, ma condannato a morte in un processo farsa da Diego de Almagro per fratricidio e altri reati, poi giustiziato. Il piano di Pizarro aveva avuto completo successo..
 

La Resistenza

Manco Qhapaq II fu incoronato come successore nel 1533, ma si rivoltò contro gli spagnoli tre anni più tardi, ponendo sotto assedio la città di Cusco, non riuscì a riprendere la città e si ritirò sconfitto morendo nel 1541. I suoi figli Sayri Tupac e Titu Cusi Yupanqi continuarono la resistenza, seguiti dal fratello Tupac Amaru, che fu catturato e giustiziato dagli spagnoli nel 1572.

Gli scienziati ritengono che durante i 45 anni di agitazioni (1527-1572), quasi il 90% degli abitanti del Tawantinsuyu persero la vita a causa di malattie, guerre civili, della conquista e della colonizzazione. Con più di 14 milioni di morti, questo può sicuramente essere considerato uno dei più grandi genocidi del genere umano. 200 anni dopo, nel 1780, José Gabriel Condorcanqui creò un movimento di resistenza contro lo sfruttamento, il lavoro forzato e gli abusi del personale di sorveglianza della corona spagnola. Con riferimento al suo lignaggio, si fece chiamare Tupac Amaru II. Il movimento, però, fu contenuto piuttosto rapidamente e Tupac Amaru II fu ucciso.
 

Il Ritorno dell'Inca

La civiltà Inca non avendo una lingua scritta completa, tramandò la sua storia, le leggende e i miti attraverso la tradizione orale. Cronisti spagnoli come Garcilasso de la Vega, Pedro Sarmiento de Gamboa e Andrés Hurtado de Mendoza scrissero delle proprie esperienze, ma anche delle informazioni ricevute da persone che conservavano il ricordo di Pachakuti Inka, Topa Inka e Wayna Qhapaq o che aveva assistito alla guerra fratricida tra Wuascar e Atahualpa. Come risultato, i dettagli della gloria e del crollo, dell'impero Inca sono stati conservati fino ai giorni nostri.

Al fine di ristabilire il principio e valore di vita dell’Ayni (La sacra reciprocità) come via di supporto alla prosperità e al benessere individuale e sociale , la tradizione spirituale Inca, attraverso i suoi maestri, i Paqo (praticante dell’Arte Spirituale Inca) considerati: mistici, sacerdoti, guaritori; si preparano per il ritorno dell’Inca ( Inca significa colui che brilla, che emette Luce). Svolgono questa attività utilizzando strumenti e pratiche spirituali insegnati in una scuola organizzata e strutturata per sviluppare le qualità e la consapevolezza dell’essere umano. La scuola del Cammino dell’Inca è giunta fino a noi grazie al lavoro di maestri come Don Juan Nuñez del Prado e suo figlio Ivan, Don Americo Yabar e suo figlio Gayle e i maestri della comunità Q’ero.